Il Tesoro stima la spesa complessiva dello Stato per tutti i bonus edilizi degli ultimi anni (e non solo quello al 110 percento) intorno ai 120 miliardi. Da qui i duemila euro a persona citati dal ministro dell’Economia: basta dividere per i 59 milioni di italiani.
Un’operazione fin troppo semplice.
Peccato non funzioni così: senza calcolare il ritorno economico qualsiasi misura è a perdere. Proviamo a fare i conti con degli studi di settore.
L’ultimo studio uscito, in ordine di tempo, è quello di Nomisma, che – su tutti – dà due numeri molto precisi: il costo sostenuto dallo Stato per finanziare il Superbonus fin qui è di 71,8 miliardi euro, l’impatto economico complessivo sull’economia nazionale è di 195,2 miliardi di euro.
Quasi tre volte tanto.
Inoltre il disavanzo per lo Stato sarebbe stato colmato dall’aumento del Pil – che effettivamente in questi anni è stato da crescita record, soprattutto se rapportato al resto del mondo – e poi riassorbito a livello strutturale in quattro o cinque anni.
Non si tratta dell’unico dato da considerare: c’è l’incremento del valore degli immobili, che resta un valore assoluto. Ma soprattutto il passo verso una politica green – direzione intrapresa con forza anche dall’Unione europea – e la diminuzione delle emissioni, che tradotto significa anche risparmio energetico. Non sono parole vuote, per Nomisma si tratta di 29 miliardi di euro all’anno che restano in tasca alle famiglie
0 commenti